Dichiarazione fraudolenta: condannata anche la società

Costituisce certamente una novità da tenere in considerazione la sentenza n. 16302/21 depositata pochi giorni fa dalla Corte di Cassazione Sezione Terza, con la quale, in materia di reati tributari, è stato confermato il sequestro preventivo disposto nei confronti di una SpA, accusata di aver beneficiato di una evasione IVA di oltre 10 milioni di euro, riferibile a due annualità.
La novità di tale decisione risiede nel fatto che trattasi del primo provvedimento emesso in materia, all’indomani del recente inserimento dei reati tributati nel catalogo del decreto 231/01.
Ricordiamo che l’art. 25-quinquiesdecies rubricato “Reati tributari” è stato inserito nel d.lgs. 231/2001 dall’art. 39, comma 2, del D.L. 26 ottobre 2019, n. 124, convertito nella legge 157/2019 del 24 dicembre 2019 (decreto fiscale rubricato “Disposizioni urgenti in materia fiscale per esigenze indifferibili”), il quale ha recepito la Direttiva europea 1371/2001 in materia di protezione degli interessi finanziari dell’Unione.
Da ultimo con il d.lgs. 14 luglio 2020, n. 75, il Governo, in attuazione della legge di delegazione europea (l. 4 ottobre 2019, n. 117) ha recepito la Direttiva 2017/1371 (c.d. Direttiva PIF), relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale.
Pertanto, in caso di accertamento penale della responsabilità, risponderà anche la società, se dal comportamento penalmente illecito vi sia stato un vantaggio anche per l’ente stesso.



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Pubblicato in Modello 231.