Reati tributari e possibilità per la società di costituirsi parte civile nei confronti del suo legale rappresentante. Nota a cassazione sezione III penale sentenza n. 3458/20

Si segnala per la sua innegabile portata pratica, la recente sentenza dalla cassazione che ha stabilito come in tema di reati tributari, pur essendo l’erario titolare dell’interesse protetto, legittimato a costituirsi parte civile possa essere anche la società in nome e per conto della quale l’imputato ha commesso i reati.

La Corte, nell’accogliere la richiesta risarcitoria da parte della società, ha evidenziato come le condotte contestate, relative ai reati di “dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti” e di “emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”, sono astrattamente produttive di danno anche per la società in nome e per conto della quale l’imputato ha agito.

Infatti, è pacifico - a parere dei giudice della cassazione - come tali condotte possano essere produttive di un danno patrimoniale per la società in relazione agli interessi e alle sanzioni correlati alla realizzazione degli illeciti nonché di un danno all’immagine per il discredito che potrebbe aver ricevuto la società alla propria onorabilità e affidabilità collegato alla consumazione di tali reati da parte del proprio legale rappresentante.

Inoltre, sempre secondo la suprema Corte, l’imputato si è reso inadempiente delle obbligazioni derivanti dal contratto di mandato in forza del quale ha agito in nome e per conto della società, omettendo di agire con la diligenza del buon padre di famiglia e realizzando un illecito le cui conseguenze sono ricadute sul patrimonio della società mandataria.

Si rileva, infine, come la suddetta pronuncia abbia una ulteriore portata pratica nei casi di responsabilità amministrativa dell’ente per reati che vengano commessi nel suo interesse da soggetti che ne hanno la rappresentanza o da soggetti dipendenti.

Infatti con l’entrata in vigore della legge 19 dicembre 2019 n. 157 è stato ampliato il catalogo dei reati presupposto della responsabilità degli enti ex d.lgs. 231/2001 con l’inserimento dei reati tributari all’art. 24 quaterdecies.

Le argomentazioni della Corte potrebbero, pertanto, essere utilizzate in caso di contestazione di responsabilità all’ente in ambito 231/01, per escludere la sussistenza dei requisiti di interesse o vantaggio.



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Pubblicato in Modello 231, Sentenze.