Test sierologici per Covid-19 in ambito lavorativo: Faq del Garante privacy

Il 14 maggio sono state pubblicate due Faq del Garante privacy che chiariscono alcuni profili sul trattamento dei dati nel caso di test sierologici per il Covid-19.
Questi i principi sanciti:
  • il datore di lavoro può chiedere l’effettuazione dei test sierologici solo se disposta dal Medico competente e nel rispetto delle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie, anche in merito all’affidabilità ed appropriatezza dei test;
  • le informazioni relative alla diagnosi o all’anamnesi familiare del lavoratore non possono essere trattate dal datore di lavoro (es. consultazione referti), salvi i casi espressamente previsti dalla legge;
  • i lavoratori possono aderire su base volontarie alle campagne di screening avviate dalle autorità sanitarie competenti a livello regionale relative ai test sierologici;
  • i datori di lavoro possono offrire ai propri dipendenti, anche sostenendone in tutto o in parte i costi, i test sierologici in strutture sanitarie pubbliche o private, senza poter conoscere l’esito dell’esame;
  • i test sierologici promossi dai Dipartimenti di prevenzione della regione, nei confronti di lavoratori appartenenti a categorie a rischio, tra i quali gli operatori sanitari, possono essere effettuati solo su base volontaria ed i risultati possono essere utilizzati dalla struttura sanitaria che ha effettuato i test per finalità di diagnosi e cura dell’interessato e per disporre le misure di contenimento epidemiologico previste dalla normativa.


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